Il Comune di Napoli ottiene un ulteriore sostegno alla sua politica di protezione della salute pubblica e di tutela delle fasce deboli in merito ai rischi derivanti dal gioco patologico, con due sentenze emesse dal Consiglio di Stato che respingono il ricorso alla sentenza del TAR, che aveva rifiutato una richiesta di annullamento del “Regolamento Sale da gioco e giochi leciti” e dell’Ordinanza del Sindaco di Napoli (n. 387/2016) relativa ai limiti orari di apertura delle sale gioco.
A partire dal 2013, prima ancora quindi che il dibattito sul gioco d’azzardo diventasse centrale nel panorama politico, il comune partenopeo ha iniziato a mettere in campo una serie di misure atte a regolamentare l’offerta di gioco sul territorio e a contrastare il GAP.
Esiste infatti una certa disparità tra opzioni di gioco tradizionale e gioco a distanza, nelle misure atte a garantire il gioco responsabile. Un esempio particolarmente evidente è che i giocatori che scelgono di aprire un conto gioco nei casino online italiani possono già in fase di registrazione indicare un limite di deposito settimanale, introducendo quindi un controllo automatico sul proprio livello di spesa. Questa funzionalità, insieme a sistemi di monitoraggio del comportamento dei giocatori e al blocco degli utenti minorenni, consentono agli operatori online di agire attivamente nel contrasto contro le dipendenze.
Nelle forme di gioco più tradizionale, come gli apparecchi slot e le sale giochi, tali funzionalità non esistono e sono le amministrazioni locali a dover sopperire a queste mancanze, introducendo misure che regolino l’offerta, proprio come ha fatto il Comune di Napoli.
L’ordinanza emessa nel 2016 interviene sia definendo le distanze minime tra esercizi che offrono giochi ed i cosiddetti luoghi sensibili, e la limitazione ad otto ore giornaliere del funzionamento delle sale giochi. Contro queste nuove regole, due sale bingo locali si erano rivolte al TAR e poi avevano presentato appello al Consiglio di Stato contro la sentenza negativa emessa dal tribunale amministrativo.
Ora la Corte Suprema ha posto la parola fine alla vicenda giudiziaria affermando che la tutela della saluta pubblica deve necessariamente prevalere sul principio di iniziativa economica e che, in particolare, la limitazione dell’orario di apertura delle sale gioco risulta utile ad evitare che i giocatori più a rischio possano passare molte ore scommettendo.
Il Comune di Napoli, nella persona di Enrico Panini, Assessore al bilancio e alle attività produttive, ha espresso soddisfazione per l’ulteriore conferma ricevuta dal CdS della legittimità dell’azione dell’amministrazione in merito alla lotta al Gap. Per l’assessore infatti, queste sentenze evidenziano che, quando si collabora con tutti gli attori del territorio,le decisioni prese superano qualsiasi vaglio di legittimità.
Dopo questo successo Enrico Panini, impegnato anche sul fronte del risanamento dei conti dell’amministrazione, auspica che lo stesso modello di intervento si diffonda anche nei comuni dell’area metropolitana per non vanificare i risultati fino a qui ottenuti e non favorire fenomeni di “migrazione” dei giocatori verso territori meno regolamentati.