di Giuseppe Musto
Napoli – Martedì 10 luglio il Consiglio Regionale della Campania ha approvato, all’unanimità, con 36 voti favorevoli, il Testo Unificato: “Disposizioni per l’inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione, il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile.
Tra i punti salienti del testo di legge, gli interventi regionali per favorire la diffusione dell’utilizzo del linguaggio LIS e della LIS tattile nelle attività di comunicazione e di informazione istituzionale , nell’accesso ai media, nell’accesso alla conoscenza del patrimonio storico, artistico, culturale regionale, nel settore del turismo, negli eventi culturali, ricreativi, sportivi, ma anche in genere per sperimentare gli interventi logopedici in relazione al linguaggio dei segni anche nella modalità tattile , nelle attività di formazione per i bambini sordi, sordociechi o con disabilità uditiva e protesici per l’abilitazione linguistica orale precoce; nonché nelle azioni di supporto agli studenti con disabilità uditive nell’ambito della collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e con le Università congiuntamente alla definizione del programma periodico delle attività da parte della Giunta regionale ad interventi per l’inclusione lavorativa.
L’assessore Sonia Palmeri soddisfatta per questo traguardo dichiara – “E’ stato realizzato davvero un ulteriore passo avanti verso una società più civile! Auspico anche in una veloce riconvocazione della Consulta Nazionale per l’integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilità, istituita presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui rappresento le Regioni, al fine di portare-conclude poi- la massima attenzione sui temi dell’integrazione al lavoro”.
“È stato fatto un lavoro di squadra per garantire un importante strumento di integrazione sociale” dichiara il Presidente della Commissione Politiche Sociali Tommaso Amabile (Pd)
Di tutt’altro avviso la Fiadda Onlus e la Fish Campania che fanno un appello al Consiglio Regionale della Campania: sui diritti delle persone con disabilità si legiferi senza dividere le famiglie e le associazioni.
Da quando si apprende dal comunicato della Fiadda Onlus e la Fish Campania: “l’approvazione del testo di legge sul linguaggio dei segni da parte del Consiglio Regionale della Campania per riconoscerlo come una lingua ufficiale della “comunità sorda” è un atto sulla quale più volte noi, persone con disabilità uditiva e famiglie assieme alla Fiadda Onlus e alla Fish Campania, abbiamo chiesto invano di costruire un percorso condiviso nell’ambito delle politiche sulla disabilità; le nostre motivazioni partono dal presupposto che la disabilità in generale, e quella sensoriale/uditiva nello specifico, meritano un diverso impianto di azioni, che tutelino tutte le persone a partire dagli interventi precoci e dalla prevenzione, finalizzati all’autonomia e indipendenza delle stesse persone, superando logiche assistenzialistiche.
Ci saremmo aspettati che venissero se non accolte, almeno evidenziate alcune nostre riflessioni se non addirittura fatte pervenire delle risposte formali; nulla di tutto questo è avvenuto creando un pericoloso precedente che allarma non solo la Fiadda Onlus territoriale ma tutte le associazioni federate alla Fish Campania.
Un precedente sulla quale noi critichiamo il Consiglio Regionale per non aver favorito la ricerca di un terreno comune nella quale dare risposte alle persone, alle famigliee alle organizzazioni di rappresentanza, scegliendo la strada di una risposta parziale e di conseguenza dividendo il mondo della disabilità.
Prima che le nostre parole vengano strumentalizzate, sottolineiamo che le azioni dei singoli consiglieri, delle associazioni (siano esse di persone con disabilità e/o di interpreti del lis), e delle persone singole a favore dell’impianto normativo sul lis meritano il rispetto da parte di tutti certi che siano nati con il solerte e preciso proposito di occuparsi dei diritti delle persone con disabilità uditiva. Per le ragioni in premessa pretendiamo che il Consiglio Regionale riconosca la necessità di affrontare tutti i nodi irrisolti a partire dalle difformità sui percorsi di riabilitazione logopedica (e non solo), sui Lea, sui tempi di attesa per l’implantologia cocleare, sulla qualità della protesizzazione, sulla formazione del personale a vario titolo coinvolto nella scelta delle persone per il percorso oralista, sui rischi degli stereotipi soprattutto nel mondo del lavoro e della conoscenza.
Attendiamo fiduciosi un riscontro da parte del Consiglio Regionale stesso, con la consapevolezza che il tema riguarda tutta la società e non solo le persone con disabilità. “