Home Cultura FINALMENTE DEL “BUONO” NELLA “BUONA” SCUOLA?

FINALMENTE DEL “BUONO” NELLA “BUONA” SCUOLA?

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di Adele Helbig 

Napoli – ieri, in un afoso giorno di giugno dalle nubi plumbee, in una piccola ma regale stanzetta del palazzo di Serra di Cassano si è tenuta, a cura del GOI (Massoneria Italiana) alla presenza del GM Stefano Bisi e organizzata dal Collegio della Campania-Basilicata, la premiazione di un’intera classe scolastica dell’istituto Cesàro di Torre Annunziata che, all’incirca un mesetto fa, ha dato prova di grande spirito di solidarietà e di affetto nei confronti della propria professoressa di lettere. Una volta ricevuto il premio da cinquecento euro riservato a ciascuno degli alunni partecipanti all’ ”impresa” da loro compiuta, i ragazzi hanno guardato per qualche secondo la busta a metà tra la soddisfazione e un accenno di sorpresa.

“Non è stata una cosa organizzata” dice uno di loro. “Abbiamo deciso così, su due piedi.”

“Perlopiù, ci sentivamo anche in dovere di farlo” aggiunge un altro, quasi volesse schermire sé stesso e tutti i suoi compagni.

La vicenda, dai toni che rasentano l’eroico, vede come protagonista assoluta una professoressa disabile a causa di alcune difficoltà motorie che, nonostante le problematiche fisiche, si era raramente assentata. È sembrato perciò totalmente normale per i ragazzi trovare la sua lunga assenza, dopo un primo momento di euforia che tutti gli alunni vivono alla notizia di un docente mancante, a dir poco preoccupante. Così decidono di macinare con il treno i chilometri che separano Torre Annunziata da Vico Equense, cittadina sorrentina dove abita la prof, e capire quindi cosa ci sia che non vada.

Dopo un’ora di viaggio, arrivano sotto casa della docente. Suonano il campanello. Si aspettano di sentire la voce che conoscono bene e che hanno ascoltato decine di volte in classe durante le spiegazioni; invece c’è silenzio. Riprovano una seconda volta, poi una terza. Di nuovo, risponde loro il nulla.

S’insospettiscono, parlano fra loro, si chiedono cosa le sia mai potuto capitare. La preoccupazione crescente sfocia nella decisione di chiamare i carabinieri. La chiamata tempestiva al 112 consente loro di scoprire che la donna era stata vittima di un malore e che, pertanto, era stesa per terra incosciente da quasi quarantotto ore. Sarebbe rimasta così se non fosse stato per i suoi alunni, che le hanno permesso di essere soccorsa e trasportata in ospedale.

Alla premiazione la professoressa, finalmente rimessasi in sesto, è stata di poche parole ma le occhiate rivolte ai suoi alunni sono state tremendamente riconoscenti, davanti alle quali i ragazzi sono sembrati perfino imbarazzati.

Di certo tutto ciò ha rinfrescato con ossigeno puro il panorama scolastico, finora popolato solo da violenze verbali e non nei confronti dei docenti. Speriamo che questo episodio non rimanga solo un evento da giornale ma che diventi anche un esempio di gentilezza o quantomeno di rispetto per i professori da parte dei loro studenti.

 

 

 

 

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