Di Valentina Mazzella
RECENSIONE – Divertente, sagace, di un umorismo dissacrante. Tante risate compiaciute e spontanee. Uno scroscio di applausi a ogni battuta dai palchi e dalla platea. Un grande successo l’irriverente commedia “L’anatra all’arancia” che la regia di Luca Barbareschi offre al pubblico del Teatro Mercadante di Napoli fino al 18 febbraio. Traendo spunto dal testo “The Secretary Bird” di William Douglas-Home, nella sua versione francese scritta da Marc-Gilbert Sauvajon, l’opera racconta di un rapporto coniugale entrato in crisi dopo ventisei anni di matrimonio, di una moglie in procinto di scappare con un facoltoso amante russo e di un marito, a sua volta con diverse scappatelle alle spalle, che prova a riconquistarla organizzando un improbabile weekend in cui conoscere il rivale e presentare alla coppia la sua avvenente segretaria. Una situazione sopra le righe che ricorda agli Italiani un po’ la trama dell’omonimo film di Luciano Salce del 1975 in cui recitarono Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Eppure Luca Barbareschi ha dichiarato espressamente di aver voluto prendere le distanze dalla versione cinematografica nostrana che non l’ha mai del tutto convinto per proporre la vicenda in una nuova salsa. Risultato assicurato grazie a un copione fresco arricchito di ammiccanti riferimenti alla cronaca e all’attualità del momento, spesso commentati con sarcasmo e senza peli sulla lingua. Un’edizione moderna proposta con la perfetta recitazione dello stesso Luca Barbareschi nei panni del protagonista Gilberto, Chiara Noschese (Lisa, la moglie), Gerardo Maffei, Margherita Laterza ed Ernesto Mahieux con delle colorate scenografie sullo sfondo che sono capaci, nella loro semplicità, di evocare stati d’animo e atmosfere di una vita borghese consumata dalle abitudini e dalla routine quotidiana.