Home Cultura Fiori alla Maturità: sintomo di iperprotezione? Impazza il dibattito tra gli psicologi

Fiori alla Maturità: sintomo di iperprotezione? Impazza il dibattito tra gli psicologi

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ATTUALITÀ — Nelle ultime settimane i maturandi hanno terminato le scuole superiori sostenendo la prova orale dell’esame di Stato. Non è sfuggito all’occhio di molti una nuova tendenza che si è diffusa negli anni più recenti. Moltissimi studenti ricevono per festeggiare meravigliosi mazzi di fiori da amici e familiari fuori scuola. Si brinda magari con uno spumante e si scatta una foto di rito dinnanzi all’istituto per immortalare il ricordo. Genitori e nonni sono diventati figure più presenti. Se in passato era raro, oggi è molto frequente che i familiari scelgano di assistere al colloquio dei ragazzi con la commissione. Una nuova abitudine che potremmo chiamare “moda” del tutto innocua e di per sé “carinissima”. Eppure non è tardato a esplodere in merito un vivace dibattito tra gli esperti.

A quanto pare, infatti, il pensiero comune sull’argomento è spaccato in due. Sullo sfondo non manca anche il solito scontro generazionale. Sulla scia dei nostalgici e cinici “Ai miei tempi…”, molti psicologi hanno aspramente criticato il nuovo uso accusando i genitori di essere iperprotettivi. Tra questi anche il famoso Paolo Crepet. Un semplice mazzo di fiori contribuirebbe a crescere ragazzi e ragazze più fragili, più “molli”. Lo spumante celebrerebbe un traguardo troppo semplice e non davvero meritevole di un “cin cin”. Nella visione più apocalittica, alimentando giovani pieni di sé ed egocentrici. Il tutto, si sostiene, anche per una forma di protagonismo alimentata — per l’ennesima volta — dai “demoniaci” social.

Dall’altra parte si conserva, al contrario, una posizione più morbida e meno prevenuta. Il pensiero di coloro che vedono nella nuova tendenza soltanto un più genuino desiderio degli adulti di essere più vicini ai figli. Un maggiore sforzo nell’essere presenti nella vita dei ragazzi condividendo con loro momenti importanti della crescita. L’esame di maturità è, in fondo, un rito di passaggio. Tutti i traguardi vanno festeggiati senza necessariamente classificare e sminuire gli eventi e le tappe della vita. Ciò nella consapevolezza che ogni momento viene vissuto con le emozioni percepite in proporzione alla fase della vita. Un semplice mazzo di fiori si rivela così un gesto per dire: “Sono qui con te”. Soprattutto dopo anni di pandemia e DAD (la famosa didattica a distanza per le restrizioni per il COVID-19), nell’epoca in cui più di parla finalmente di salute mentale, non è un male cercare di curare l’autostima dei ragazzi e manifestare con azioni tangibili il sostegno nei loro confronti.

Di Valentina Mazzella

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