ROMA – Fine dei giochi. Non si scherza più. Finalmente: è infatti in arrivo una radicale modifica dell’articolo 173 del Codice della Strada a opera della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati attraverso l’inserimento di un nuovo emendamento che renderà la pena più dura per chi usa il cellulare al volante.
Nello specifico si parla della sospensione della patente sin dalla prima infrazione e del raddoppio delle multe. Pertanto coloro che verranno scoperti la prima volta nell’utilizzo del cellulare alla guida saranno costretti a pagare una sanzione che va dai 322 a 1294 euro. Siccome poi “errare è umano, ma perseverare è diabolico”, chi verrà sorpreso una seconda volta nuovamente con il cellulare in mano dovrà sborsare una cifra compressa fra i 644 e i 2588 euro.
E in ogni caso non è finita qui: all’automobilista stolto spetterà anche la sospensione immediata della patente che verrà trattenuta da 1 a 3 mesi per chi viene multato la prima volta, ma dai 2 a 6 mesi per i recidivi. In aggiunta è prevista la decurtazione di 5 punti la prima volta e 10 dalla seconda volta in poi.
La modifica dell’articolo 173 non se la prende tuttavia unicamente con i telefono-dipendenti. Introduce infatti anche l’obbligo per gli automobilisti di garantire una distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo dai ciclisti in fase di sorpasso – una norma “salvaciclisti”, insomma – e l’obbligo di dotare il veicolo di seggiolini con dispositivi anti-abbandono di bambini in auto.
A qualcuno forse tali provvedimenti potranno sembrare esagerati. Purtroppo la posta in gioco è troppo alta, il numero dei morti per incidenti stradali tutt’altro che irrisorio ed è per questo doveroso scoraggiare con tutti i mezzi a disposizione i comportamenti irresponsabili di chi siede alla guida non con la dovuta attenzione. Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati e relatore del testo, ha commentato: “L’innovazione tecnologica deve essere sempre uno strumento per migliorare la sicurezza in automobile, come dimostrano le norme, anch’esse contenute nella legge in esame, sull’obbligo di dispositivi anti-abbandono dei bambini. Quando invece le tecnologie diventano un fattore di distrazione, come testimoniano gli studi recenti sulle cause degli incidenti stradali, bisogna avere il coraggio di rispondere con una norma choc come questa”. Della serie “a mali estremi, estremi rimedi”.
Di Valentina Mazzella